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Come scegliere l’insegnante

1024 683 Massimo Castelli

Il mio migliore amico è un insegnante maestro di Kung-Fu. L’arte nasce da una cultura che conta più di 5000 anni. In 5000 anni molte cose sono cambiate, altre invece sono rimaste sempre le stesse. Come si fa a scegliere l’insegnante?

Il compito più difficile è sempre quello del allievo che vuole imparare. Deve riuscire a trovare e scegliere il migliore maestro, senza avere ne la competenza, ne la conoscenza in materia per riconoscerlo.

Keith Rios

C’è tanta verità in questa affermazione, anche se sono solo in parte d’accordo. E’ sicuro che l’allievo novizio certo non ha la conoscenza in materia che gli permette di riconoscere la bravura di chi ha davanti. Però imparare la competenza di riconoscere il tipo di insegnante che si ha davanti è tutt’altra cosa. Se intanto iniziamo a distinguere istruttori, insegnanti e coach, abbiamo già fatto metà del lavoro.

L’istruttore

Il dizionario definisce l’istruttore come una “persona incaricata di impartire determinate nozioni o di addestrare ed esercitare in particolari attività o funzioni.” Quindi è colui che trasmette conoscenza basata su esperienza diretta, spesso in modo frontale. “Io faccio e parlo, tu guardi ed impari. Dopo provi e ti correggo.” L’istruttore molto spesso è uno specialista nel suo settore, o comunque si è distinto e fatto riconoscere per l’alto livello di specializzazione tecnica nella materia in cui impartisce lezioni. Un istruttore insegna attraverso il suo esempio e la conoscenza trasmessa è quella pratica, cioè l’abilità stessa. Nel mondo dello sport e della danza, l’istruttore potrebbe essere l’allenatore tecnico o il preparatore fisico.

L’insegnante

La teoria non è sempre uguale alla pratica. Un insegnante va molto più a fondo nella materia, preoccupandosi inoltre anche del come impartire lezioni efficaci in base alla capacità di apprendimento degli allievi. In effetti il dizionario definisce con il termine “insegnante” anche docenti, maestri e professori. Per un insegnante teoria e pratica sono due facce della stessa medaglia, la cui unione fa il maestro. Una porta all’altra, entrambi sono importanti.

Molti insegnanti per raggiungere un alto livello di maestria attraversano lunghi periodi di studio e perfezionamento della materia sia pratica che teorica. A differenza del istruttore, l’insegnante non è sempre il miglior esecutore della materia che impartisce. Può anche avere una più profonda conoscenza teorica, ma non avere la stessa capacità pratica. A volte l’eccellenza pratica un tempo c’era, in ambito sportivo e della danza succede spesso, poi con l’avanzare dell’eta diminuiscono le ore dedicate all’allenamento pratico, anche a causa del maggiore approfondimento della teoria. La pratica in seguito non è più la priorità del insegnante, che si dedica a più aspetti della materia, come appunto l’insegnamento. Quello che rimane è comunque la preziosissima esperienza raccolta negli anni precedenti e la passione di formare allievi completi.

Il coach

Empatia, pazienza, capacità di osservazione, psicologia ed analisi sono solo alcune delle principali caratteristiche del coach. Non c’è la definizione del termine nel dizionario italiano, perché è una parola, ma sopratutto una concetto, che abbiamo importato dalla cultura anglo-sassone. Un coach potrebbe, ma può anche non avere nozioni pratiche della materia, come potrebbe anche averne una conoscenza molto limitata dell’ambito nel quale l’allievo vuole eccellere. Non importa tanto quanto il coach sia formato tecnicamente, anche se avere conoscenza tecnica anche per un coach ovviamente è un punto di forza.

Il suo compito vero e proprio è fare raggiungere l’obiettivo a chi è da lui seguito. Non importa quale obiettivo. Spesso succede che questo significa lavorare molto più sulla mente del atleta (o del seguito) e sulla sua organizzazione generale: costanza degli allenamenti, alimentazione, ritmi, forma mentis. Per la parte pratica si fa ricorso ad istruttori specializzati o tecnici. Questo approccio è incredibilmente potente, perché si curano tutti gli aspetti del atleta (o del seguito). L’unico limite in uno sport considerato “secondario” come può essere il pole sport è che in generale serve un budget più alto per questo tipo di organizzazione. Spesso il coach tende a costruire un team intorno al atleta che comprende oltre ai tecnici anche il fisioterapista (o massoterapista) ed il medico.

Ora puoi scegliere

Anche se comunque dovrai ancora superare la difficoltà di dover valutare la qualità della conoscenza della persona a cui ti affiderai, ora almeno saprai riconoscere che tipo personaggio hai davanti. Non ti dimenticare che non ci sono linee guida e termini ben definiti in questo ambito. Ti potrebbe capitare che in buona fede qualcuno pensa di essere un tecnico, ma gli mancano le capacità tecniche. Spesso trovi chi si presenta come coach, ma è un eccellente tecnico. Tanto valore lo puoi trovare negli insegnanti eccellenti, sopratutto se hanno molta esperienza ed equilibrio tra abilità tecnica e teorica.

In ogni caso, a prescindere di tutto, è il livello di empatia tra l’allievo e chi lo segue che fa la grande differenza. Se vi trovate bene insieme, andrete lontano.

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